Nepal NEWS

I paesi dei nostri bambini

Lori, Sita e Roberto

Carissimi tutti….
mi spiace tanto non poter essere presente all’incontro annuale di Montesilvano, ma la data è troppo a ridosso dal nostro rientro da Kathmandu. Come anticipato al telefono, colgo però l’occasione per scrivere qualche riga, accompagnata da qualche foto della nostra meravigliosa Sita, dell’orfanatrofio di Bal Mandir e della città di Kathmandu.
La nostra storia adottiva, tra sospensioni, cambi forzati di Nazione (avevamo iniziato con la Moldavia…) ed estenuanti attese è durata poco meno di quattro anni: ma il risultato, giunto in un momento inatteso, è stato superiore ad ogni più rosea aspettativa: grazie a te, al lavoro del personale AIPA di Martina Franca, Roma e Kathmandu, siamo diventati papà e mamma di Sita, una frugoletta di quasi otto anni che ha riempito di nuova gioia, con tutto il suo essere, la nostra vita, dopo quasi  14 stupendi anni di matrimonio.
Sita è una bambina molto generosa, intelligente, solare: in qualsiasi luogo e con qualunque genere di persone, riesce subito ad attirare naturalmente l’attenzione dei presenti; è simpatica, spiritosa, molto bella, e la sua personalità –  pur nei limiti propri di una bimba della sua età  – trasmette un senso di gioia e di  serenità che sono visibili concretamente sul volto di chi la conosce.
Il nostro viaggio è  iniziato l’8 agosto ed è terminato il 1° settembre; se non fosse stato per una indisponibilità di posti sul volo di rientro, avremmo potuto essere a casa  addirittura il 28/29 agosto.
Questo lo dico per rassicurare circa la effettiva riduzione al minimo dei tempi di trattazione delle pratiche amministrative che devono essere istruite in Nepal; non posso non sottolineare,a questo proposito, la squisita disponibilità del Sig. Basanta  Rijal, referente AIPA a Kathmandu, il quale si è prodigato ogni
oltre limite per garantire sia a noi che ai nostri nuovi amici di Genova, Marco e Rossella tutte le attenzioni che poteva, cercando di rendere piacevole il nostro soggiorno.
Le condizioni di vita nella capitale nepalese sono davvero differenti da quelle alle quali siamo abituati; primo problema per noi occidentali, anche se si stenta un po’ a crederlo (…non pensavo fosse vero quello che avevo letto sulle guide e seguito sui vari forum…) è quello del traffico, unito allo smog e a vari tipi di inquinamento ambientale: tanto è che spesso, per ‘sopravvivere’, occorreva dotarsi di apposite mascherine per camminare per strada o semplicemente per fare un tragitto in taxi.
Altro problema, è quello di dover essere particolarmente attenti a tutto ciò che si mangia, che si beve e che si tocca, per strada o nei negozi, visto che la pulizia, per i nostri standard,  lascia a desiderare. Occorre essere accorti anche a non lavarsi i denti, ad esempio, con la semplice acqua di rubinetto (è gialla…), ed imparare ad usare anche per questa semplice operazione l’acqua minerale (o, in alternativa, si può bollire l’acqua del rubinetto e versarla in una o più bottiglie, da utilizzare secondo necessità…).
Per quanto concerne la sistemazione alberghiera, abbiamo alloggiato all’Hotel Everest, distante una ventina di minuti dall’aeroporto (altre coppie erano all’Himalaya): ci siamo trovati abbastanza bene, e ci siamo serviti spesso di uno dei quattro ristoranti interni (eravamo sempre in quello dove ci si poteva servire da soli, dal buffet: questo particolare è importante, perché quando si portano con sé i bambini dall’orfanotrofio, si possono  scegliere insieme i cibi che loro più aggradano).
Dal punto di vista delle pratiche da espletare, in circa 5/6 giorni si arriva ad ottenere il decreto di adozione internazionale emesso dal Governo Nepalese, con il quale i bimbi diventano ‘figli’ delle coppie adottive; ciò che prende tempo è  l’invio – una volta fatto (due/tre giorni, grazie a Basanta…) – del passaporto nepalese a Calcutta, per l’apposizione del visto (visa) di autorizzazione al’ingresso in Italia, ed il relativo ritorno del documento in Nepal, per la successiva consegna ai genitori (una decina di giorni). Se si è fortunati, in generale, i tempi di permanenza in Nepal oscillano da 15/16 gg.  a tre settimane circa.
Cosa si mangia in Nepal? Tanto, ma proprio tanto riso; e poi pollo, fatto in tutti i modi possibili, e pesce (nessuno ha capito che pesce fosse, ma non era male…), verdure, frutta e dolci (specialmente al cioccolato ed al miele, sul modello di quelli indiani).

Ed ora qualche notizia sull’orfanotrofio di Bal Mandir e sul momento più importante, quello del primo incontro con il cucciolo (o la cucciola) che si attendeva di incontrare da tempo; il nostro incontro con Sita, la mattina del nove agosto scorso, è stato come una puntura di spillo: immediato, a sorpresa, senza alcuna ‘preparazione’.
Bal Mandir è un orfanotrofio importante per la città di Kathmandu, ma attualmente le sue condizioni non sono proprio ottimali, a causa dell’eccessivo numero di piccoli ‘ospiti’ rispetto al numero di persone impiegate -a vario titolo- per la cura dei bambini: basti pensare che in una stanza dove erano tra i 15 ed i 20 bimbi di età molto piccola (posizionati a terra, su coperte, uno accanto all’altro: una scena difficile da dimenticare…) era presente una sola ragazza.
Siamo giunti in orfanotrofio con Basanta, dopo un paio d’ore dall’arrivo in hotel e conseguente sistemazione, e ci è stato detto di entrare in una stanza vicina all’ufficio del Direttore dell’ istituto, dove da più di un’ ora un’altra coppia italiana era in attesa di incontrare la bambina loro assegnata. Tempo un minuto e vediamo arrivare in stanza la nostra Sita, raggiante, la quale, velocissima, è andata a cercare la mano della sua nuova mamma, Loredana, che si è trovata un po’ spiazzata per tanta spigliata esuberanza. E lì sono intervenuto io: mi sono subito avvicinato a Sita e, dopo averle mostrato la foto che avevo come sfondo sul cellulare (avevo fotografato la sua foto, dal documento di presentazione mostratoci a giugno nell’ufficio romano dell’AIPA), vista la sua reazione di meraviglia, me la sono abbracciata forte, prendendola subito in braccio e chiedendole se potevo darle un bacetto: lei ha capito subito tutto, mi ha toccato gli occhiali e mi ha dato lei un bacio, ridendo e scappando via…
Abbiamo poi giocato tanto, due coppie e due bimbe assegnate, ma… questa è un’ altra storia!

Vorrei dire tante cose, raccontare a tutti, per filo e per segno, questi ‘terribili’ e meravigliosi giorni trascorsi in Nepal, alla scoperta di un Paese che è stato ‘casa’ per la nostra bimba, la quale –dall’aereo– ha salutato con la manina, dicendo ad alta voce: “Bye bye Bal Mandir… now I’m going in Italy…”, ma non è possibile dilungarmi oltre.
Se ciò può essere di aiuto, potrete contattarmi ai seguenti recapiti, per ogni tipo di curiosità o chiarimento che vorrete:
E-mail: rodefi@email.it

A tutti, con affetto… NAMASTE’ (che significa: ‘saluto la divinità che è in voi…’).

(Roberto, Loredana e Sita)

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