LEGGERE (con l’accento sulla prima E)
Cosa significa leggere? Perché si continua a scrivere questo pezzo di carta quando le stesse cose si possono comunicare a tutti molto più velocemente?
Mi rivolgo allo scrittore Gianfranco Calligarich, il quale, sul suo libro “L’ultima estate”,
così commenta la lettura: …aprii un libro cercando di abbandonarmi alla suadente voce interiore con cui leggiamo. Diversa per ognuno di noi se le anime sono diverse, identica se identiche, ma in ogni caso perfetta, senza stonature. L’inesercitata voce che, forse, abbiamo prima di venire al mondo, urlando…
Ecco, è proprio questo il senso del leggere. Questa riflessione mi torna alla mente quando apro il registro con le testate del nostro semplice report.
Sono le testate di 26 anni di attività dell’A.I.P.A. e la voce interiore mi ricorda in un lampo le vicende belle, difficili, tragiche, splendide, che hanno attraversato tutto questo tempo, quasi una vita. Mi ricorda le conquiste, l’apertura di nuovi paesi, il sorriso di tanti bimbi, ma anche di tanti genitori felici.
Anche oggi abbiamo qualcosa da mettere nel mucchio, una cosa importante come tutte le altre, un decreto che ci permette di andare avanti, che approva l’opera di questo Ente, che ci permette, con l’avvento delle competenze territoriali, di operare in tutte le regioni italiane. Ora sappiamo che una coppia italiana, da qualunque regione provenga, può trovare accoglienza all’A.I.P.A. , come prima, forse più di prima.
Confesso, mi angosciava la possibilità di trovarmi a non poter accogliere qualcuno solo perché non omologato sul territorio. Pensavo: Proprio a noi, a noi che da anni gridiamo che ogni bambino del mondo ha gli stessi diritti universali!
E quindi siamo qui, tutti i bambini destituiti che potremo incontrare, avranno a disposizione tutte le famiglie italiane! Evviva!
(Miriam)