La Cambogia: Profilo storico

Le prime notizie relative a popolazioni insediate nei territori dell’odierno Regno della Cambogia (in lingua khmer Kampuchea), risalgono al IX secolo d.C. e sono relative all’antica civiltà khmer, che fiorì sino al XIII secolo, con l’organizzazione monarchica dello stato. Si susseguirono vari regni, tra i quali di particolare importanza quello di Kambuja – antico nome della Cambogia – che ebbe con Jayavarman VII (1181 – 1218) un periodo di grande splendore. Di tale civiltà è testimonianza il vasto complesso archeologico di Angkor Wat. Con il secolo XV inizia il declino della regione a seguito dell’espansione di cinesi, vietnamiti, siamesi e francesi. Nel 1864 la Cambogia, allora sotto la sovranità siamese, fu annessa all’Indocina francese.

Nel 1942, con la seconda guerra mondiale, i giapponesi invasero l’Indocina francese, ma alla fine del conflitto (1945) la Francia ne riprese possesso. In questo momento si impose il re Norodom Sihanuk ( n. 1922), che nel 1941 – con l’appoggio dei francesi – si era insediato sul trono cambogiano. Lo Stato rimase, come regno autonomo, nell’ambito dell’Unione francese. Una completa indipendenza fu ottenuta il 20 luglio 1954, con la fine della guerra tra Francia e Vietnam. Frattanto, nel 1953, Norodom Sihanuk aveva abdicato a favore del padre Norodom Sumarit, e ciò gli permise di guidare direttamente il paese, assumendo la carica di primo ministro. Fondò anche un proprio partito, la Comunità Socialista Popolare (Sangkum Reastr Nijum), che alle elezioni del 1955 conquistò tutti i seggi all’Assemblea Nazionale. Sihanuk governò come Primo Ministro fino al 1960, quando divenne Capo dello Stato, carica che conservò fino al 1970. Grande fu la sua popolarità per i successi che conseguì nella politica sociale, ottenuti con la nazionalizzazione delle banche e lo sviluppo del commercio con l’estero. Sul piano internazionale mantenne una linea di neutralità, conservando buone relazioni con gli U.S.A. e con la Cina.
Nel 1970 il Regno di Cambogia fu coinvolto nella crisi internazionale: nell’aprile, truppe americane e sudvietnamite invasero il paese; seguì un periodo confuso, culminato con l’abbattimento della monarchia e l’instaurazione della repubblica democratica, a capo della quale tornò Norodom Sihanuk. In questo periodo emerse il gruppo estremista degli khmer rossi, che nel 1976, sotto la guida di Pol Pot, presero il potere. Si instaurò allora un regime comunista di tipo maoista, con il predominio assoluto della classe agricola e feroci repressioni ai danni degli oppositori. Nel 1979 la Cambogia fu invasa dal Vietnam e i khmer rossi – appoggiati da Cina e Thailandia – si rifugiarono nelle zone al confine con la Thailandia, continuando sino al 1992 azioni di guerriglia. Nel 1993, sotto il controllo dell’ONU, si svolsero elezioni, che condussero di nuovo sul trono cambogiano Norodom Sihanouk. Seguirono tentativi di pacificazione ma l’ala più oltranzista degli khmer rossi continuò nella lotta di resistenza e molti di loro furono arrestati e giustiziati. Pol Pot, latitante, moriva nel 1998 in circostanze misteriose. Nel 1993 fu promulgata una nuova Costituzione, con il ripristino della monarchia: fu varato allora un governo di unità nazionale, che continua tuttora a guidare il paese. Nelle elezioni del 1998 riuscì a prevalere il Partito Popolare Cambogiano, guidato da Hun Sen, che con una accorta politica ha condotto la Cambogia ad una sostanziale pacificazione. Nel 2004 l’anziano re Norodom Sihanouk si è ritirato a vita ascetica nel Tibet, dopo avere abdicato a favore del figlio Norodom Sihamoni, che a tutt’oggi continua a regnare.
La Cambogia è dunque una monarchia costituzionale, non ereditaria: il re infatti è eletto da un Consiglio della Corona. Il Parlamento è composto dall’Assemblea Nazionale di 122 membri, eletti a suffragio universale, e dal Senato di 61 membri, eletti dalle amministrazioni locali. Il Governo per entrare in carica deve ottenere la fiducia di due terzi dell’Assemblea Nazionale.


Mario Pepe

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