Il Nepal – Profilo storico

La più antica storia di questo piccolo stato asiatico è basata su notizie incerte e talvolta confuse. In ogni caso i primi insediamenti umani furono di gruppi mongoloidi; ad essi seguì la penetrazione da nord di popolazioni tibetane e da sud di indoariani bianchi (khasi  e brahamani). La prima organizzazione politica del Nepal fu avviata nell’VIII secolo a.C. dai Kirati (o Kiranti). Nel VI secolo a.C. presso Lumbini, nella parte meridionale del paese, nacque Sakyamuni Gautama detto Buddha, (l’ “illuminato”), ispiratore e fondatore del Buddismo, dottrina filosofica e religiosa secondo la quale tutte le apparenze sono solo illusione ed il bene supremo consiste nell’annientamento; poiché il dolore –figlio del desiderio– è inseparabile dall’esistenza dell’uomo, la beatitudine suprema può essere raggiunta solo con il nirvana, cui si perviene annientando in sé ogni desiderio. La liberazione è connessa con una rigorosissima condotta morale imperniata sul dominio di se stessi.
Assai importante fu nel IV secolo d.C. l’invasione dei Licchavi, cui si deve l’introduzione dell’Induismo, con il sistema sociale basato sulla divisione della popolazione in caste. Nel secolo VII d.C. si affermò la dinastia dei Thākuri, di origine indiana, sotto la quale il Nepal realizzò l’indipendenza. Altro evento significativo fu nella seconda metà del secolo XIII lo stabilirsi della dinastia dei Malla, che nel 1475 divise il Nepal in quattro regni durati fino alla seconda metà del secolo XVIII, cioè sino a quando penetrarono nel paese gli Shah, appartenenti al gruppo khasi, che  accentuarono le caratteristiche indiane e induiste del paese: nel 1786 Prithvi Narayan Shah  conquistò Kathmandu e fu incoronato re del Nepal unificato.
Nei primi decenni del secolo XIX si accentuarono le tensioni con l’India britannica, che condussero al conflitto anglo-nepalese (1815–1816), con una grave sconfitta del Nepal. Ne seguì una prima definizione dei confini, promossa nel 1816 dalla Compagnia delle Indie (Trattato di Segauli). Si precisò allora la principale caratteristica del Nepal moderno, quella cioè di essere uno stato cuscinetto tra l’India e la Cina. Esso, in ogni caso, è stato l’unico stato indiano a conservare l’indipendenza quando l’Inghilterra nel secolo XVIII stabilì il proprio dominio nella regione. I tentativi inglesi di impadronirsi del paese fallirono infatti per la tenace resistenza dei valorosi soldati nepalesi. Il Nepal tuttavia, pur mantenendo la sua formale indipendenza, inevitabilmente divenne una sorta di protettorato britannico e tale situazione perdurò sino al 1947, quando l’Inghilterra si ritirò dall’India.
Il 14 settembre 1846 l’ufficiale dell’esercito Jung Bahadur Kunwar, eliminati i più importanti membri della corte e dell’esercito, accentrò su di sé il reale potere politico, assunse il cognome di Rana ed esautorò di fatto il re Rejendra, dal quale si fece nominare Maharaja, con facoltà di trasmettere il titolo ai suoi discendenti. I Rana avviarono una significativa modernizzazione del paese, con l’accettazione dei costumi europei, l’abolizione della schiavitù e dell’usanza indù (sati) di bruciare viva la moglie del marito defunto.

Il susseguirsi di complesse e intricate vicende politiche ha caratterizzato la politica interna del Nepal tra la metà del XX e i primi anni del XXI secolo. Il principe Gyanendra, salito al trono nel giugno 2001, ha accentuato il carattere assolutista dell’istituzione monarchica. Contro tale svolta autoritaria si sono coalizzate le forze di opposizione, dalle moderate alle più estremiste, rappresentate queste ultime, dai guerriglieri maoisti. Nel mese di aprile del 2006 le pressioni delle opposizioni alla monarchia assoluta di Gyanendra hanno costretto il re ad accogliere, almeno in parte, le richieste dei suoi avversari: così il 25 aprile è stata concessa la restaurazione del Parlamento sciolto nel maggio del 2002. Si è così avviata a risolversi in modo incruento una situazione assai difficile, che al momento di scrivere questa nota –giugno 2006– fa intravedere la possibilità di una via democratica per l’immediato futuro del Nepal.

Mario Pepe