Il Nepal –propriamente Nepal Adhiraiya– geograficamente parte del subcontinente indiano, confina a nord con la Cina, a est, sud e ovest con l’India. Si estende nella sezione più elevata della catena montuosa dell’Himalaya, con vette di 8603 (Kanchenjunga) e 8712 mt. (Dhawalgiri). Ha un clima tropicale-monsonico, temperato dall’altitudine. Si estende su una superficie di 147.181 kmq. ed ha una popolazione di 27.676.000 abitanti (luglio 2005). La capitale Kathmandu –“Palazzo di legno”, un tempo Kantipur– è a 1300 mt. di altitudine e conta circa 730.000 abitanti, che divengono 1.100.000 con il suo complesso agglomerato urbano. Altre importanti città sono Dharan, Bhagadan, Bhaktapur, Bhari, Butawal e Patan. L’unità monetaria è la rupia nepalese. La densità della popolazione è di 188 abitanti per kmq.
Il territorio può sommariamente dividersi in zone longitudinali di diversa natura: una grande pianura ai piedi dei monti, una striscia paludosa (terai), la catena del Piccolo Himalaya, la valle centrale. Quest’ultima, forse originata dal prosciugamento di un antico lago, costituisce il Nepal propriamente detto. Nella paludosa zona del Terai, scarsamente abitata, si coltiva il riso, la canna da zucchero e il tabacco. Nel Piccolo Himalaya la popolazione è disposta in strette ma fertili vallate nelle quali si coltivano il riso, l’orzo, il mais, le lenticchie ed il grano. Nella vallata centrale, la parte più ricca del paese, oltre alle coltivazioni ricordate nel Terai e nel Piccolo Himalaya, si segnala la presenza di alberi da frutta tropicali (manghi e ananassi) e di origine europea, in particolare di viti. L’allevamento dei bovini –animali sacri che è vietato macellare– è destinato esclusivamente alla produzione di latte e di yogurt; vengono invece allevati per il consumo delle carni i bufali. Varia, a seconda delle etnie, la cucina nepalese: il piatto più diffuso è il dal bath (riso e lenticchie); comune la cottura delle verdure a vapore (tarkari); le carni sono limitate ai volatili da cortile e ai bufali ma il consumo è assai scarso essendo gli indù praticanti sostanzialmente vegetariani. Bevanda nazionale è il tè (chai); notevole l’uso del latte e dello yogurt. Nelle zone montuose himalayane, dove è prevalente la cucina tibetana, si usano largamente la stampa (impasto di farina d’orzo) e i momo (ravioli di farina d’orzo) ripieni di carne, patate e verdura; tipica bevanda è la birra d’orzo (chang).
La popolazione è costituita da diversi gruppi etnici tanto che il Nepal è considerato un “mosaico etnico”: prevalenti i Nepalesi di ceppo tibetano (53%), seguiti dai Bihari (19 %), dai Tamang (5%), dai Tharu (5%) e da altre etnie miste (18%): Lingua ufficiale è il nepalese (nepali), ma notevolmente diffusi sono i dialetti tibetani. Le religioni prevalenti sono l’induista (80%) e la buddista (10%); si hanno poi minoranze musulmane (4%), cristiane (2%) e di religioni diverse (4%).
Il clima del Nepal è di carattere subtropicale, con due fasi stagionali: quella delle piogge (giugno–settembre) e quella secca (negli altri mesi), determinate dall’azione dei monsoni, venti periodici: il monsone estivo spira dall’Oceano Indiano verso il continente apportando umidità e perciò pioggia, quello invernale dall’altopiano del Tibet spira verso l’Oceano determinando assenza di piogge e clima secco.
La parte più fertile del paese è costituita dalle vallate intramontane: l’agricoltura serve sostanzialmente per le esigenze primarie della popolazione ed è costituita principalmente dalla coltivazione di riso, orzo, mais e canna da zucchero. Ricco il patrimonio forestale, purtroppo sottoposto –fino ad epoca recente– ad uno sfruttamento eccessivo, in quanto usato come fonte primaria di materiale combustibile. Modesta l’attività industriale con prevalenti impianti di produzione agro-alimentare, tessile, lavorazione del tabacco, del legno e della carta.
Buona la rete stradale che si sviluppa su 13.200 km; molto modesta quella ferroviaria (53 km); l’aeroporto principale è presso la capitale Kathmandu.
Notevole risorsa per il Nepal è il turismo, in costante aumento: nel 2005 sono stati rilevati circa 500.000 ingressi. Grande attrazione sono i parchi naturali –i più importanti sono quelli di Sagarmatha, Bardia , Langtang– e le aree protette che costituiscono il 13% del territorio del paese.
Mario Pepe