UNO SGUARDO AL PAESE
Il Messico è uno stato dell’America settentrionale, che si. estende su una superficie di quasi 2 milioni di kmq, con una popolazione di oltre novanta milioni di abitanti, dei quali circa venti vivono nella capitale, Città del Messico, la città più popolata della terra. Sotto il profilo politico il Messico è una repubblica federale (Estados Unidos Mexicanos), il cui governo centrale si basa su due Camere elettive (Camera dei deputati e Senato) ma con forti poteri riservati al Presidente; il suo mandato dura sei anni e a lui spetta designare il successore. Come si è detto nella nota precedente dal 1929 è al potere il Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), il cui Presidente è anche Presidente della Repubblica.
Gli abitanti del Messico si dividono in popolazioni molto diverse: gli indios o indigeni, stimati in circa sei-dieci milioni di individui, sono i discendenti delle popolazioni insediate nel paese prima della colonizzazione spagnola. Sono di bassa statura e dalla pelle di colore remato, parlano linguaggi molto diversi, tra loro incomprensibili, e le loro attività sono prevalentemente rurali. Si hanno poi i bianchi, mi numero limitato, discendenti diretti dei colonizzatori spagnoli o provenienti dagli Stati Uniti (nortamericanos), che occupano per lo più posizioni sociali preminenti. Ma il gruppo etnico più numeroso è costituito dai meticci (mestizos) o creoli, che derivano dalla mescolanza di più razze : per lo più spagnoli ed indios ma anche neri discendenti dagli schiavi provenienti dall’Africa.
Il Messico è un paese montuoso ed estremamente vario : caratteristici sono gli ampi altopiani disseminati di vulcani, e proprio gli altopiani -tra i 1.200 e il 2.400 m. di altitudine- sono le zone di maggiore insediamento urbano. La capitale, Città del Messico, é a 2.275 m. di altitudine. Il clima è in generale mite -media annua tra i 15° e i 25° C.- ma si hanno notevoli varietà che vanno dal temperato al molto caldo.
L’economia del paese è prevalentemente rurale : principale cultura è quella del mais, base popolare dell’alimentazione, ma sono coltivati anche i legumi, il frumento, il riso, la canna da zucchero. Nel periodo coloniale l’economia del paese era basata sull’estrazione dell’argento; successivamente si sono utilizzate altre risorse minerarie, in particolare il rame, il piombo, lo zinco e più recentemente il petrolio. Notevoli anche le attività artigianali, per lo più comprendenti la tessitura, la ceramica l’oreficeria.
La religione professata dalla maggior parte dei messicani (oltre il 90%) è quella cattolica; seguono piccoli gruppi di protestanti (circa il 4% e di ebrei (circa lo 0,1%) e seguaci indios di culti locali tradizionali, spesso commisti con pratiche in rapporto con la religione cattolica. Ai soci dell’AIPA ritengo interessi in particolare avere alcuni elementi di conoscenza dello stato di Oaxaca -uno dei 31 stati confederati che formano il Messico- perché da esso provengono i bambini dei quali la nostra Associazione cura le adozioni. Lo stato di Oaxaca, situato nel Messico meridionale, si affaccia sull’Oceano Pacifico ed è caratterizzato geograficamente dalla presenza di alte catene montuose, ampie vallate, sottili pianure costiere; si estende su di una superficie di 94.000 km. e la sua popolazione è di circa 3.200.000 abitanti, dei quali 220.000 vivono nella capitale Oaxaca, posta a 1.550 m. di altitudine e dalla quale prende nome lo stato. Oaxaca, fondata dagli spagnoli nel 1529, si sviluppa in una ampia valle e nell’insieme si presenta come una tranquilla città di provincia, ricca di armoniose architetture e di testimonianze della cosiddetta “arte coloniale” fiorita tra la metà del Cinquecento e il Settecento; spiccano tra le altre costruzioni: la cattedrale e la chiesa di San Felipe Neri (entrambe del sec. XVIII), la chiesa e il convento di Santo Domingo (edificati tra il 1555 e il 1661). Quest’ultimo accoglie il Museo Regionale dello Stato nel quale sono conservati importantissimi reperti archeologici preispanici e testimonianze di “arte coloniale” : urne funerarie, sculture in pietra ed in legno, oreficerie, ceramiche, ecc.

Antichissime e varie sono le civiltà preispaniche fiorite nei territori dell’attuale stato di Oaxaca, risalenti al 1.600 a.C. circa, ma di esse due si imposero sulle altre, la zapoteca e la mixteca; seguì poi, dalla prima metà del sec. XIV la penetrazione e la lenta conquista degli atzechi. Il più importante insediamento zapoteco a noi pervenuto, con imponenti vestigia architettoniche e importanti reperti di scavo, è quello di Monte Albàn (non se ne conosce il nome antico, quello moderno deriva dal conquistatore spagnolo Diego Lòpez de Monte Albàn), fondato intorno al 500 a.C., che giunse a contare circa 30.000 abitanti. Altre importanti città precolombiane sono Dainzù, Lambityeco, Yagul, Zaachila e Mitla. Lo stato di Oaxaxa è abitato da circa un milione di indios -divisi in numerosi gruppi etnici- con un rapporto rispetto al totale della popolazione assai alto; ciò fornisce una spiegazione della particolare ricchezza e varietà delle tradizioni e della qualità della locale arte popolare. in mancanza di rilevanti risorse minerarie e di insediamenti industriali lo stato di Oaxaca, che risulta
essere uno dei più poveri del Messico, basa la sua economia sull’agricoltura ma soprattutto sul turismo : i visitatori sono infatti attratti dalla salubrità dell’aria, dalla incontaminata bellezza della natura, dalla ricchezza delle festività locali, dal cibo genuino e dalla possibilità di acquistare i prodotti di arte popolare che, come si diceva, si presenta con risultati di alta qualità; apprezzati in particolare i gioielli in oro ed argento, le ceramiche, gli oggetti in pelle, ma soprattutto i tessuti in cotone e lana.
Oltre alla capitale e ai ricordati insediamenti precolombiani, il cui interesse è esclusivamente archeologico, il turismo si rivolge ad alcuni centri sulla costa dell’Oceano Pacifico, in particolare Puerto Escondido, Puerto Angel e Huatulco; quest’ultima località è stata di recente trasformata da piccolo villaggio di pescatori in grandioso complesso turistico di lusso, che ha purtroppo modificato il territorio ed il paesaggio. Esempio che ci si augura non sia seguito in quanto, tra l’altro, non è neppure utile ai fiini di una corretta valorizzazione delle attrattive turistiche del paese.
(Mario Pepe)