Sono ormai quasi quindici anni che l’A.I.P.A mette la sua esperienza al servizio di quei bambini che vivono in completo stato di abbandono e senza l’amore di cui hanno diritto, per fare sì che possano finalmente vivere il rapporto umano forse più profondo: quello tra genitori e figli.
La famiglia è una piccola società da cui tutto trae origine e si sviluppa: proprio per questo molti anni fa ci siamo chiesti se per la creazione di questo rapporto dovessero necessariamente essere seguite delle regole scritte oppure tutto potesse nascere semplicemente dall’amore.
Convinti che i pregiudizi razziali, sebbene purtroppo fortemente radicati, vadano con tutti i mezzi contrastati e abbattuti, il nostro impegno è stato da subito quello di creare rapporti tra genitori e figli diversi per etnia, cultura, ordinamento giuridico e sociale.
Ci siamo quindi indirizzati in America Latina e in Asia non per portare, laddove si vive in condizioni così disagiate, la nostra beneficenza di paesi ricchi e sviluppati, ma perché ci è sembrato un segno importante nella lotta contro quei pregiudizi che tanto scandalizzano l’opinione pubblica ma che ancora concretamente ostacolano la convivenza civile.
Da poco tempo ci siamo avvicinati alla realtà dell’Est europeo, con il quale abbiamo cominciato a lavorare con le adozioni, scoprendo purtroppo anche qui situazioni di povertà estrema e sfruttamento, come in Moldova e Romania, la quale detiene il triste primato di 100.000 minori accertati che vivono abbandonati per le strade, facili vittime di abusi e prostituzione e che hanno fatto di tombini e discariche le loro abitazioni permanenti per trovare rifugio dal freddo che in inverno arriva anche a 30 gradi sotto zero.
In alcuni paesi manca tutto e l’alcolismo è ormai dilagato in maniera impressionante anche tra i giovanissimi e le donne incapaci di reagire.
Purtroppo in questa stessa situazione vivono molti paesi delle ex Repubbliche sovietiche aumentando a dismisura il numero dei poveri nel mondo, ed è in questo contesto, come del resto in America Latina, che molti scandali hanno tristemente interessato le adozioni internazionali e ancora oggi sono sfortunatamente numerosi.
Troppe persone, prive di qualsiasi moralità e fuori da ogni controllo, continuano ad incrementare le adozioni illegali non autorizzate dalle istituzioni preposte in Italia e all’estero e organizzate esclusivamente in termini di quanto denaro si è disposti a pagare per scegliere il bambino ideale, naturalmente un neonato e quanto più possibile “somigliante” ai genitori adottivi.
A volte i bambini sono ceduti dai genitori naturali, ma come in tutti i contratti c’è una controparte , e quella rappresentata dal mondo “civile” non è meno responsabile e immorale. Molto spesso infatti emergono casi di sfruttamento nei confronti di donne sole e talmente disperate da arrivare a pensare che cedere un figlio rappresenta in quel momento l’unico modo per garantire la sopravvivenza degli altri.
La risposta più efficace che i governi hanno dato a questo problema è la Convenzione dell’Aia del 1993, documento internazionale ratificato dalla maggior parte dei paesi del mondo che pone come interesse primario il bambino, e la regolamentazione dell’adozione internazionale attraverso precise norme idonee a stroncare definitivamente questa deplorevole speculazione. Sfortunatamente questo importantissimo documento, stenta ancora a trovare la ratifica definitiva da parte dell’Italia.
Questo grave ritardo è diventato ormai insostenibile: alcuni paesi ad esempio, in attesa della Ratifica, hanno intenzione di rompere i rapporti con il nostro paese che ancora una volta, di fronte all’opinione pubblica internazionale, si presenta impreparato.
Il Coordinamento degli Enti Autorizzati e quindi l’A.I.P.A quale membro effettivo, che in base al testo della Convenzione diverranno gli unici interlocutori insieme ai servizi sociali con i paesi di provenienza dei minori, dal Dicembre 1996, momento disatteso della Ratifica, si battono con sollecitazioni continue ai Ministeri competenti e raccolte di firme affinché il Parlamento decida al più presto l’applicazione della Convenzione eliminando definitivamente anche in Italia tutti gli intermediari che non avendo l’abilitazione renderanno le adozioni completamente illegali.
L’Ente autorizzato lavora in conformità della legge grazie al riconoscimento giuridico concesso dalle istituzioni italiane ed estere preposte.
Si avvale di qualificati referenti che garantiscono la completa tutela della coppia soprattutto al momento del soggiorno nel paese di origine del bambino, segue l’iter post adottivo nella risoluzione di eventuali problemi con l’intervento di specialisti, con l’invio di notizie periodiche all’estero e con incontri annuali delle famiglie adottive e quelle in attesa di adozione.
Nella nostra associazione le adozioni hanno come punto imprescindibile la tutela dei bambini. Ci riferiamo dunque esclusivamente a minori in completo stato di abbandono, senza alcun legame parentale e condannati a non conoscere mai il calore di una famiglia vera.
Ma i bambini da difendere offrendo loro un futuro non sono solo quello che fortunatamente troveranno genitori pronti ad accoglierli amorevolmente in quella famiglia tanto desiderata.
Per questo l’A.I.P.A collabora in numerosi progetti di cooperazione all’estero come borse di studio e sostentamento alimentare sia negli istituti che in villaggi e ospedali costruendo ovunque sia possibile strutture di prima necessità , attraverso tutti i generosi sostenitori che speriamo aumenteranno sempre di più per garantire la continuità di questi impegni.
La Convenzione dell’Aia disciplina anche la cooperazione internazionale e gli interventi urgenti nei confronti di tutti i paesi colpiti da gravi situazioni interne e quindi l’Italia è chiamata ad una soluzione che ci auguriamo immediata per essere partecipe a tutti gli effetti e con tutti gli strumenti legali richiesti.