Vi racconto di un angelo protettore

La Presidente AIPA con Suor Teresina

Rientriamo in sede dall’aereoporto di Fiumicino  dove abbiamo appena salutato la nostra cara suor Teresina,  non diremo il suo nome ufficiale, nè il nome del suo paese, per rispettare la sua privacy e la sua cultura, vi diremo che essa ritorna  al suo paese dopo un viaggio di circa un mese, speso in varie parti del mondo con l’intento di incontrare  tutti i bambini adottati negli ultimi anni, per mezzo del suo aiuto; questi bambini che lei ha “conosciuto”  o per meglio dire ha “raccolto”, nel momento più tragico della loro vita: nel momento dell’abbandono, della malattia, della disfatta più triste.
E’ infatti dalle sue mani che essi hanno ricevuto il primo conforto, il primo sollievo al loro disperato dolore,  è dalle sue mani che sono stati lavati  nutriti, abbracciati  e, dopo un intenso periodo di cure, sono stati consegnati  ad altre mani altrettanto tenere e calde, le mani di coloro che saranno per sempre i loro unici genitori.
E’ stato un periodo intenso quello che abbiamo trascorso con suor Teresina , abbiamo organizzato per lei piccoli party e meeting, abbiamo cercato di provvedere al meglio  ad alleviare la sua stanchezza di persona non più giovane e a facilitare il dialogo fra lingue diverse;  ma quanto siamo stati ripagati  nel vedere ad ogni nuovo incontro la sua gioia, ed emozione su tutti i  volti, davanti a quelle famiglie felici, a quelle bimbe strette strette al collo dei loro papà, che nel riconoscerla si rallegravano e si emozionavano al punto di non saper più che dire. Che bei momenti sono stati! E’ stato  un rendersi conto della grande utilità di questo nostro lavoro, è stato come assistere al chiudesi di un ampio cerchio che infine, dopo tanto girare, si è potuto ricongiungere nel modo migliore, dando così un senso al disegno iniziale: il disegno di una vita umana vera, degna di essere vissuta.
Nel corso dell’articolo ho intenzionalmente parlato di bimbe al famminile, perchè effettivamente erano quasi sempre bambine, infatti la loro storia inzia proprio da questo presupposto: l’essere nate donne; non voglio dire da donne povere, perchè a volte la povertà neanche è in causa, ma proprio “essere nate donne”, e per questo rifiutate, spesso maltrattate, a volte uccise; là  dove la società è basata ancora su credenze millenarie, e dove è tanto importante sponsorizzare al massimo l’educazione e l’istruzione, la cui carenza permette queste situazioni.
L’opera di questa suora si è quindi diretta  verso questa problematica ed è sorto così un piccolo “creshe”; così è chiamato infatti il luogo di accoglienza  nel quale vivono oggi 32 bambini con un futuro più o meno precario, fra di essi ci sono anche tre bambine con problemi mentali, e suor Teresina fà per loro tutto quello che può. Naturalmente ha bisogno di aiuto, ed anche se è veramente antipatico volgere sempre tutto sul problema economico, è pur vero che senza i mezzi finanziari non è possibile provvedere latte speciale, medicinali, persone professionalmente preparate ad accudire e curare minori che soffrono ogni genere di problemi, non ultimo il bisogno di amore.
Quindi l’A.I.P.A. ha deciso di aprire un fondo permanente per il “creshe” di suor Teresina ; chi ha avuto i bimbi da lei sà bene chi,  e che cosa essa è  per tutti noi, e con quanto scrupolo amministrerà questi fondi, chiediamo perciò l’aiuto di tutti, si accetta il poco e il tanto, basterà versare sul Conto Corrente 60702008  intestato A.I.P.A., via F. Duodo, n.10, Roma, e indicare chiaramente sulla causale che il versamento è in favore del “creshe” di suor Teresina. Da parte nostra provvederemo a consegnare periodicamente tutto quanto si potrà  raccogliere , ed a tenere informati i donatori con precisione,  sull’andamento dell’operazione, affinchè questo luogo di salvezza possa funzionare ancora meglio e, possibilmente, ampliare la sua attività.
Grazie anticipate per loro

(Miriam Ramello)