ABBIAMO ESTRATTO QUESTO INTERESSANTE ARTICOLO DA UNA VECCHIA PUBBLICAZIONE DI OPAM MA ESSO E’ SEMPRE COSI’ ATTUALE CHE VE LO RIPROPONIAMO:
EDUCAZIONE ALLA MONDIALITA’
Indipendentemente dalla presenza fisica nella scuola e nelle classi di alunni appartenenti ad altre culture, una educazione che sia all’altezza di una società complessa e mobile come è la nostra non può che prospettarsi come interculturale.
I fondamenti comuni a tutte le culture risiedono nei valori di rispetto, dialogo, impegno, promozione, e in ultima analisi nel valore della persona umana, il che permette di vivere l’interculturalità non come indifferenza, sopraffazione, confusione o cedimento ma come crescita insieme.
Bisogna evitare che rigidezze mentali e fantasmi di varia origine facciano evolvere le legittime differenze, che sono anche ricchezze culturali, linguistiche, etniche e religiose, in chiusure di tipo campanilistico, nazionalistico, o addirittura in processi di intolleranza razzista.
Nell’ambito scolastico, più che a un docente “ specialista” o una sola disciplina, ci si dovrebbe affidare a un impegno della scuola in tutte le sue componenti.
Quando è coerentemente sviluppato nella scuola come parte della “educazione alla mondialità” anche il rapporto creato dall’adozione scolastica “a distanza” stimola quella necessaria conoscenza dell’altro che sta alla base di ogni processo formativo. I gemellaggi con le scuole dei paesi cosiddetti in via di sviluppo aiutano a conoscere le reali condizioni di vita, la lingua, gli usi e costumi, in una parola la cultura, dei loro coetanei di un’altro paese.
E conoscere è il primo passo per comprendere e poi valorizzare e poi amare.