Riservato esclusivamente ai genitori

Cari soci, se vi ricordate, nel precedente notiziario avevamo annunciato la pubblicazione integrale di una lettera scritta da una persona speciale, una persona che può dire di aver visto tutto nella vita, e che può insegnarci tante cose. Ebbene, non diremo il nome di questa persona che consuma nel silenzio e nella riservatezza i suoi ultimi anni, dopo aver porto la mano a centinaia di minori; come non pubblicheremo integralmente la lettera dalla quale è stato necessario togliere i passi più crudi, nonché i nomi, i luoghi, i riferimenti troppo precisi; ma il testo e stato proprio scritto così, a testimonianza di una piccola storia che si ripete in tante parti del mondo:
Carissimi signori, non ho parole per esprimere la gioia che ho provato nel leggere la vostra lettera e nel vedere le bellissime fotografie delle nostre bimbe. Sono cosi cresciute che non le ho subito riconosciute.
Non ero affatto a conoscenza che la piccola soffrisse quella brutta malattia, non abbiamo alcuna notizia riguardo alla mamma, eccetto che fu trovata morta sulla piattaforma della stazione ferro-viaria. I poliziotti dicono che era tubercolosa, e che le bambine si sono contagiate da lei. Appena ci furono affidate, circa due anni fa, le abbiamo fatte visitare dallo specialista che si prende cura delle nostre bambine; disse che dovevano essere ben nutrite, la maggiore si riprese subito, ma la piccola cresceva poco, con la sua testina piegata da un lato, dove aveva le cicatrici.
Non abbiamo notizie, né dove, né quando fu fatta l’operazione, probabilmente in un ospedale governativo perché quando le bambine furono trovate accanto alla mamma morta, furono messe in un istituto governativo dove la piccola si ammalò e fu operata. Furono portate da noi dopo circa un anno perché avevano bisogno di cure. Quando diventeranno un po’ più grandi, se guadagnerete le loro confidenze, avranno tante cose da rivelare. Quello che abbiamo intuito é che vengono da una famiglia di religione diversa nella quale le usanze sono di avere diverse mogli o concubine; le tengono perché recano loro piacere, poi le abbandonano o le mettono a lavorare dove trovano conveniente. Cosi crediamo che la mamma delle piccole era una fra diverse mogli, e quando videro che era affetta da tubercolosi la mandarono via di casa assieme alle due piccine, poi non si fecero più trovare, né dalla polizia statale che ha fatto le ricerche, né da noi prima di dare in adozione.
Abbiamo ora nell’orfanotrofio una piccola che è figlia della settima moglie di un dottore che da questa donna europea ebbe tre bambini e due bambine, adesso lei fa la serva in una casa di suoi parenti e la piccola, all’età di 5-6 anni fu messa a servire in un’altra casa. La maltrattavano e furono denunciati alla polizia; fu presa sotto la protezione dello Stato e affidata a noi per essere educata fino a 18 anni.
Questi sono fatti veri e frequenti.
Potrebbe essere anche vero che la mamma delle vostre bimbe le batteva e le bruciava con pezzetti di sigarette . Quando una mamma è sulla strada con assolutamente niente , e le piccole non capiscono la situazione e piangono e strillano, la mamma perde la testa e le batte, o le getta nel pozzo……… e poi finisce anche la sua vita.
Qui in zona, una mamma in questo stato miserabile ha insegnato alla sua maggiore come indurre le due più piccole a gettarsi in un grande pozzo che era nel campo, e poi gettare se stessa, perché preferiva saperle morte invece di vederle morire di fame o battute e mandate fuori di casa senza sapere dove passare la notte.
Noi saremmo state pronte a riceverle se avessero bussato alla porta del convento, ma preferirono farle scomparire nel buio della sera inoltrata .
Ci rallegra sapere che le vostre due bambine ora stanno bene e avranno giorni felici. Esse sono molto assennate e quando saranno grandi, io spero che avranno il coraggio di scaricare il peso che hanno nel cuore.
Qui la maggiore faceva la mamma ad un piccolo che era completamente cieco e piangeva sempre, ma fra le sue braccia non piangeva mai: Dassarath. Alle volte la notte dormiva vicino a lui, sulla stuoia, per terra, per essere pronta a cullarlo se si svegliava e cominciava a piangere……..
La diffusione del testo di questa lettera non vuole sgomentare le giovani coppie in attesa del loro bambino, ne intende dare una tiratina di orecchi a quanti ci guardano occuparci delle adozioni, con il naso arricciato, quasi sforzandosi di non considerarci dei vampiri che approfittano dell’altrui miseria, ecc. ecc. ecc., ma vuole invece ricordare a tutti noi, qualora ci sentissimo isolati nel compito di allevare un figlio che è nato altrove, che comunque, noi, ai nostri figli, abbiamo dato la vita. (aprile 1996)